
La scelta delle piante da inserire in un laghetto ornamentale deve essere fatta tenendo ben presenti le caratteristiche biologiche e le specifiche esigenze delle piante stesse, nonché la presenza di altri “abitanti” dell’invaso, come pesci o tartarughe. Fondamentale, trattandosi di un laghetto ornamentale, è l’effetto estetico finale desiderato.
In teoria, per riuscire a creare un buon ecosistema in un laghetto è necessario rispettare poche semplici regole:
- la superficie dell’acqua esposta alla luce solare deve essere coperta per il 40% da foglie galleggianti (es. ninfee à si calcola una ninfea al mq.) perché, così facendo, si evita il surriscaldamento dell’acqua sottostante e la conseguente crescita di alghe;
- il 40% del fondo deve essere poi tappezzato da piante che forniscano ossigeno ai microrganismi che hanno il compito di decomporre la sostanza organica e consumare sali minerali, sottraendoli alle alghe che rendono l’acqua verde. Queste piante, che vivono completamente sommerse, non sono particolarmente belle, ma sicuramente molto utili: presenti in una certa quantità, contribuiscono a mantenere l’acqua limpida, contrastando efficacemente l’eccessiva proliferazione algale.
Le piante ossigenanti giocano un ruolo fondamentale nella vita di un laghetto. Esse liberano grosse quantità di ossigeno durante il giorno, elemento di vitale importanza per tutti gli organismi viventi dello stagno e il loro numero deve essere proporzionato alla quantità d’acqua presente nel laghetto. Oltre ad ossigenare l’acqua, queste piante offrono un ottimo rifugio e alimento a tutti gli avannotti appena nati, spesso facili prede dei pesci adulti.
- Un ulteriore 20% della superficie dovrebbe essere coperto da piante galleggianti, che contribuiscono con le loro radici fluttuanti a filtrare ulteriormente l’acqua e a fornire riparo ai piccoli pesci.
In realtà queste sono indicazioni puramente teoriche e di massima, poiché le piante acquatiche si sviluppano e si espandono in maniera molto diversa a seconda del microclima e delle caratteristiche biologiche del laghetto e, dopo pochi giorni dall’impianto, potrebbe già essere necessario effettuare interventi di contenimento.
Per quanto riguarda invece l’aspetto estetico, la scelta e la distribuzione delle piante dipendono in buona parte, oltre che dal gusto personale, dalla conformazione del laghetto, dai materiali con cui è costruito e dall’eventuale arredo previsto (rocce, pietre, fontane, ecc.).
Le piante palustri o da terreno umido (quindi “da riva”) sono utilizzate per celare e rendere più gradevole il bordo del laghetto e per realizzare un effetto di continuità del laghetto stesso con il giardino e l’ambiente circostante.
Queste essenze vegetali aiutano, quindi, ad integrare il laghetto con il resto del giardino e, grazie alla loro azione di ombreggiamento, aiutano ad evitare o almeno contenere la formazione di alghe sui bordi del bacino.
Per creare un insieme armonico, è opportuno collocare le piante di grandi dimensioni sul lato più lontano del laghetto, mentre in primo piano è preferibile utilizzare specie di taglia più ridotta.
Periodicamente è necessario sfoltire gli esemplari che presentano una crescita troppo vigorosa; è altresì opportuno piantare in appositi cestelli specifici per piante acquatiche gli esemplari che in inverno è necessario ricoverare per proteggerli dalle basse temperature e da eventuali gelate.
Le piante, poi, possono essere scelte per la bellezza delle fioriture, per il colore del loro fogliame oppure ancora per elementi decorativi, come le spighe prodotte in autunno dalla tifa palustre: alternando diverse varietà di piante, è possibile assicurare una fioritura continua e scalare durante tutta la stagione vegetativa.